1

biella palazzo ferrero

 

BIELLA 01-06-2021 Il 6 giugno parte da Palazzo Gromo Losa  la quarta edizione di Suoni in Movimento, l’ormai nota rassegna con la direzione artistica di  Elena Ballario  e Sergio Patria (N.I.S.I.ArteMusica) che ha come tappe luoghi simbolo del Comune di Biella, nelle sedi della Rete museale del territorio biellese, per valorizzare Musei che non fanno solo da cornice ai concerti ma ne diventano, di fatto, parte integrante. Protagonista di questo primo appuntamento il Nuovo Insieme Strumentale Italiano  con Franco Mezzena violino, Duccio Beluffi viola, Camilla Patria e Sergio Patria violoncello, Tommaso Fiorini contrabbasso, Elena Ballario pianoforte in un concerto (Auditorium di Palazzo Gromo Losa ore 16,30) che vuole essere una sorta di omaggio al La maggiore, la tonalità predominante del programma ed esprime benissimo l'attinenza con la luminosità di Palazzo Gromo Losa. In programma, infatti l’Adagio e Rondò in Fa maggiore per violino, viola, violoncello e pianoforte D487 Op. postuma e il Quintetto in La Maggiore D. 667 “Die Forelle” (La Trota) nei tempi Allegro vivace - Andante - Scherzo, Presto - Tema con variazioni, Andantino - Allegro giusto.

Come tradizione, il concerto sarà corredato da due visite guidate (ore 15,30 e 17,30) allo splendido quanto luminoso Palazzo Gromo Losa nel centro di Biella.

 

La luminosità, oltre che di Palazzo Gromo Losa, è la cifra del La Maggiore della Trota di Schubert in cui i quattro archi e il pianoforte si prodigano in un amabile e cordiale conversazione in cui Schubert rivela tutta la sua abilità di costruttore di finissime ed eleganti armonie. Il Quintetto "della trota", così chiamato perché il compositore utilizzò nell'Andantino il suo Lied La trota come tema per le variazioni, fu composto nel 1819 su commissione del mecenate e direttore della miniera di Steyr, nell'Alta Austria, Silvester Paumgartner, musicista dilettante e violoncellista, oltre che animatore di un cenacolo musicale che si riuniva abitualmente in casa sua. Si tratta senza dubbio di un capolavoro: perfezione tra l'equilibrio delle parti, poesia assoluta, come solo Schubert sapeva esprimere, fraseggio luminoso e cristallino, idee serene e fluenti, è una delle pagine più popolari e amate dell'intero repertorio cameristico.

La Maggiore è la tonalità di altri celebri capolavori quali la VII Sinfonia di Beethoven, la Sonata di Franck per violino e pianoforte, il Concerto K488 di Mozart per pianoforte e orchestra, tutti brani brillanti, di carattere aperto e di espressione serena.

Precede l'esecuzione del celebre Quintetto una composizione poco frequentata nelle sale da concerto, l'Adagio e  Rondò concertante per violoncello con accompagnamento di violino, viola e pianoforte. E' una pagina d'occasione in cui è adottato uno stile ancora di diretta ascendenza settecentesca. Era il 1816 e per Schubert  era la prima volta in cui affrontava il quartetto con pianoforte poiché, ad onta del titolo, il ruolo assegnato ai violoncello in questa composizione non è di particolare spicco rispetto agli altri strumenti. Il pezzo era stato scritto per Heinrich Grob, fratello di quella Therese che costituì probabilmente l'unico amore della vita di Schubert e che doveva tanto crudelmente deluderlo. Heinrich si dilettava di violoncello, e ciò spiega sufficientemente il titolo di questa pagina che dopo l'Adagio introduttivo continua in modo molto brillante e virtuosistico nella scrittura pianistica del Rondò.

 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.