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lutto ennio reolon

 

SERRAVALLE 29-4-2025 Sono passati cento giorni da quando Ennio ha lasciato fisicamente questa terra, ma non certo i pensieri di chi gli ha
voluto bene. Lo hanno ricordato i musici dell’Orchestra Fiati Città di Borgosesia, durante il Concerto di Gala, il
Consiglio Direttivo di Imago Verbi, recitando una preghiera con Don Roberto Collarini, l’Associazione Valsesia
Musica, il Rione del Falco, il Direttivo di Sant’Antonio Abate al Colle, il Gruppo Alpini di Serravalle gli renderà
omaggio a settembre, nella tradizionale Giornata del Ricordo, dedicata a chi è andato avanti.
Il 27 gennaio è stato, non ci sarà mai più un tempo futuro, ma noi che abbiamo vissuto accanto a lui: la figlia Elisa con
Paolo e Gabriel, la sorella Eralda, i nipoti, gli amici, abbiamo voluto fare qualcosa per ricordarlo, per far sì che viva
ancora attraverso il bene. Abbiamo raccolto delle offerte: sono stati superati i 1.500 euro, che divideremo tra tre chiese
che erano care al suo cuore, grato alle Persone che le mantengono ordinate e soprattutto accoglienti, come era nel suo
spirito: Sant’Antonio con Piero, Natività di Maria a Gattera, con Simona e Angela, la pieve di Santa Maria di Naula,
con Bianca e Mariella.
Ennio era una persona rispettosa delle idee di tutti, nulla posso sapere della sua Fede, né mi interessa giudicarla (ho
troppo da preoccuparmi per la mia), ma come nella canzone di Faletti: “Benedetto tu sia” ci sono dei versi che certo
avrebbe condiviso: “Di quella sua signora con la falce / Che come tutti prima o poi mi aspetto / E per cui altri ti han
benedetto / Ma io no / Mi dispiace ma sono solo un uomo e non ne son capace / Ma c’è una cosa che ti chiedo ed è un
favore / Fa che la morte mi trovi vivo / E se questo avverrà io ti prometto / Che mille e mille volte ti avrò benedetto /
Come anche è stato detto che, tutto sommato vivere come se Dio esistesse, anche qualora così non fosse, è sempre
conveniente”, credo che lui con il suo “bel dubbio”, che non era negazione, ma apertura, speranza e laica preghiera, sia
stato esaudito, che la morte l’abbia colto vivo, sereno, con gli occhi aperti sulla “scommessa” che è il futuro eterno, e
sono certa che il Signore della Vita e della Morte non avrà mancato di ricambiare, lassù dove si compirà questa
“assurda specie di mestiere che è l’Amore”.
La sua Morte, purtroppo prematura, è stata un privilegio, un dono: troppo spesso la Morte ci trova “già morti”, già
arresi, sconfitti, invece Ennio fino all’ultimo giorno ha fatto visita agli amici, bevuto una birra, fatto programmi per una
gita sui luoghi della Grande Guerra, pensato alla nuova settimana densa di impegni. Tornato a casa ha consumato la sua
cena essenziale, lasciato le stoviglie nel lavello, perché, come era sua abitudine le avrebbe sciacquate il mattino dopo,
con la tazza della colazione. Era salito nello studio, aveva lavorato alla classificazione dell’immenso archivio
fotografico di suo fratello Heliar, si era coricato, Fortuna l’aveva seguito, accompagnandolo nel sogno, ma al confine tra
i due mondi si era dovuta fermare… poi, dopo averlo vegliato, pazientemente aveva atteso altri umani, augurandosi che
forse avrebbero potuto destarlo da quel sonno tanto profondo. Ora anche Fortuna ha accettato questa nuova realtà
segnata dall’assenza: ci facciamo compagnia, nei suoi occhi talvolta vedo riflesso il sorriso incoraggiante di Ennio che
invita a vivere ogni giorno, ogni ora come un dono che lui ha lasciato. Il silenzio con lui non è mai stato un vuoto da
riempire: come l’ombra che cambia, a seconda della luce, riscalda qualcuno a cui nessuno pensa.

Piera Mazzone

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